Scommesse Sportive e Riforma del Gioco: Nuove Disposizioni su Bonus e Licenze
Il mercato delle scommesse online in Italia ha raggiunto in pochi anni livelli di spesa elevatissimi, che dal 2019 in poi hanno toccato vette sempre più alte, fino anche a superare il comparto fisico.
Gli ultimi dati ufficiali diffusi da Agimeg su dati provenienti dalle piattaforme legali e da ADM parlano di un marzo in lieve flessione, anche se la spesa è stata comunque di 143,6 milioni di euro, un 2 per cento in meno del terzo mese dello scorso anno. I leader di mercato del mese e dell’intero trimestre sono Snai Tech, Lottomatica e Sisal, seguiti da PlanetWin365, E-Play24, Betaland, Scommettendo e Replatz.
La maggiore quota di mercato sulla spesa è comunque appannaggio dei bookmakers storici, come appunto i primi tre della classifica.
Questi dati permettono di riflettere su come la nuova Riforma del Gioco influisce di fatto sul mondo delle scommesse online, le cui ripercussioni riguardano soprattutto le restrizioni sulle concessioni, l’eliminazione delle “skin scommesse” e le nuove norme verso i Punti Vendita Ricarica.
La normativa in questione è entrata in vigore i primi di aprile con decreto legislativo n.41 - come determinato dall’articolo 15 della legge di delega fiscale n.111 del 2023 - e in questo articolo vi vogliamo spiegare cosa cambierà in modo sostanziale nel comparto del betting a distanza, visto che la legge riguarda anche il settore del gioco in senso più ampio e generale.
Le restrizioni sulle concessioni e l’eliminazione dei siti in sub-licenza
1. Un primo effetto della nuova legge riguarda le restrizioni sulle concessioni rilasciate da ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che vengono limitate a 5 se possedute contemporaneamente da un singolo operatore. A cambiare, però, sarà soprattutto il costo della concessione, che ora costerà 7 milioni di euro con aggiunta di canone annuo del 3 per cento sul margine netto. L’aliquota fiscale sale dal 22 al 26 per cento, ma le licenze avranno durata più lunga, ovvero fino a 9 anni, con esclusione di rinnovo. Tra le altre spese da sostenere, le piattaforme dovranno investire lo 0,2 per cento del GGR (al netto delle imposizioni fiscali) in campagne di sensibilizzazione al gioco responsabile.
2. Le cosiddette “skin” sono siti con sub-licenza di proprietà di piattaforme operative nel comparto, che presentano la stessa offerta di servizio scommesse ma una grafica differente. La nuova normativa limita le “skin/ white label” scommesse, per cui i concessionari dovranno avere gestione diretta dei propri siti operativi in territorio italiano. Il sito di riferimento dovrà avere nome di dominio italiano (che termina con “.it”) e riportare il logo preciso dell’azienda, oltre che quello di ADM.
3. I Punti Vendita Ricarica (PVR) dovranno iscriversi a un albo, pagare una quota annua di 100 euro per ogni negozio e implementare la firma digitale necessaria all’accesso ai servizi online. Tutto ciò servirà per poter essere legalmente operativi in Italia.
Riforma del Gioco: cosa cambia di fatto per gli scommettitori?
Cosa cambia per gli utenti e per gli appassionati di scommesse online, alla luce di queste nuove disposizioni di legge?
Senza dubbio l’offerta, vista la selettività dei criteri di ingresso legale nel comparto e il costo da sostenere, continuerà ad essere concentrata nelle mani degli operatori storici e con una solida tradizione economica alle spalle. Questo dato è peraltro corrispondente ai dati di spesa attuali che, come si è visto, continuano a essere concentrati in capo alle piattaforme ben consolidate, da tempo, sul mercato.
In previsione c’è comunque un bando per l’attribuzione di 50 nuove concessioni per il gioco online, da assegnare entro il 31 dicembre 2024 (data di scadenza delle concessioni attuali) per cui il consiglio è di restare aggiornati. Difficile comunque che venga meno la concorrenzialità, che si traduce nella qualità e nella convenienza dell’offerta nel comparto.
La rinnovata legge, nel limitare l’accesso al settore, vuole anzi rassicurare gli scommettitori dal punto di vista tutela della cybersecurity, ma anche della trasparenza e dell’affidabilità del bookmaker, la quale è legata anche alla stabilità finanziaria.
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